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Tre
sono le date che hanno visto coinvolto il Forte Marghera negli avvenimento del
1848/49: il 22 marzo 1848, con la cattura del Forte da parte dei patrioti
insorti; il 27 ottobre 1848, con la Sortita da Forte Marghera; il 27 maggio
1849, con l’abbandono del Forte.
AVVENIMENTI
DELLA BATTAGLIA DI FORTE MARGHERA
E CADUTA DELLA FORTIFICAZIONE
Una
lapide,
un tumulo onorato modestamente, è quanto resta per ricordare la strage compiuta
dalle cannonate
sparate
dagli austriaci
sul forte di Marghera nel maggio del 1849.
Il
forte era stato messo sotto assedio fin dall'estate dell'anno precedente e le
truppe asserragliate avevano invano tentato in più occasioni di liberarsi dalla
stretta, finche nei primi giorni di quel maggio arrivò a Mestre il comandante
in capo Radetsky deciso a piegare in breve ogni resistenza dell'estremo baluardo
della Repubblica Veneta. Solo Venezia resisteva difesa saldamente dal sistema
fortificato che si incernierava nel forte. Allo sbocco dell'idrovia sorgeva la
massa del forte, progettato agli inizi del secolo dai francesi di Napoleone.
Haynau descrisse a Radetsky le postazioni avversarie che trovavano il punto di
maggior resistenza a Marghera. Il corpo d'armata austriaco aveva disposto
attorno al forte sette batterie, cinque delle quali erano ormai pronte a colpire
perché la costruzione delle restanti erano state disturbate dalle incursioni
avversarie. Da Mestre partì una
spettacolare grandine di bombe che fecero tremare tutto il territorio e
coprirono di lampi e tuoni il forte. Lo spettacolo soddisfece il comandante in
capo. L'attacco riprese il giorno 6 maggio con tiri di aggiustamento per
impostare i futuri bombardamenti. Radetsky, che pensava di concludere entro il 7
maggio la sua visita a Mestre, se ne andò a Verona ed ordinò ad Haynau di
intensificare l'azione. Cogliendo
un momento di indecisione degli austriaci, il comandante del forte, il
colonnello Ulloa, ordinò il contrattacco.
Gli
scontri all'arma bianca fecero morti e feriti su tutto il fronte, impedendo a
tutti di raccogliere ed aiutare i propri compagni. Il 9 maggio il bombardamento
condotto dagli austriaci si abbatté con estrema violenza sul forte, per cui
ogni tentativo di liberarlo dalla stretta riuscì vano. II 12 maggio il comando
del forte dispose un contrattacco dalle parti di Campalto. II tenente Andreasi
portò una schiera di uomini fin sotto gli occhi del comandante Haynau
che dalla torre di Mestre dirigeva e seguiva le operazioni.
Il
successivo 13 l'imperizia di alcuni giovani militari provocò una terrificante
esplosione all'interno del forte fra le stesse truppe venete.
Dalla
mezzanotte del giorno 24 alla mezzanotte del 25 maggio il forte fu investito da
un "orribil fuoco". Sull'acqua galleggiavano i cadaveri di chi aveva
tentato inutilmente la fuga per salvarsi dal massacro.
Il
25 maggio continuò la carneficina procurata dall'orribil fuoco. L'ospedale di
Santa Chiara non riusciva più ad accogliere morti e feriti.
Il
27 maggio il forte di Marghera dovette essere lasciato in mano
austriaca e per proteggere la ritirata le truppe venete bruciarono le polveri
dei forti arretrati. Occupando il forte, gli austriaci ricoprirono i corpi
trovati e la fossa comune restò senza nomi.
Fu
onorata soltanto nel 1866, quando sulla fortezza sventolò il tricolore
dell'unità d'Italia.